Leggiamo dal TGFin:
L'Italia cresce meno della media europea secondo le stime d'autunno diffuse dalla Commissione Ue sull'economia di Eurolandia. Le previsioni di crescita per l'Italia vengono riviste al ribasso: nel 2008 il nostro Pil crescerà dell'1,4% contro una media europea del 2,2%, nel 2007 ci fermeremo all'1,9% contro una media del 2,6%. Ma il debito scende più del previsto: nel 2007 al 104,3%, nel 2008 al 102,9%.
"La crescita dell'economia italiana prosegue, ma resta sotto la la media della zona euro", afferma la Commissione Ue nelle sue "previsioni di autunno" stima un aumento del Pil dell'1,9% nel 2007, dell'1,4% nel 2008 e dell'1,6% nel 2009. Eurolandia crescerà invece del 2,6% quest'anno e del 2,2% il prossimo.
In particolare, spiega Bruxelles, "all'inizio del 2008 l'andatura della crescita sarà considerevolmente più bassa di quanto lo è stata nel 2007" e "l'Italia continuerà a perdere quote di mercato".
RISANAMENTO CONTI, BATTUTA D'ARRESTO NEL 2008
A causa del rallentamento della crescita e dell'utilizzo di risorse straordinarie per finanziare la spesa da parte di alcuni Paesi, nel 2008 il trend discendente del rapporto tra deficit e Pil nella media di Eurolandia subirà una battuta d'arresto secondo la Commissione. Nell'area dell'euro il rapporto deficit-Pil scenderà alla fine di quest'anno dall'1,5 allo 0,8% per poi attestarsi sullo 0,9% nel 2008 e tornare sullo 0,8% nel 2009.
STRIGLIATA ALL'ITALIA
Ma sui conti pubblici la Commissione Ue manda un messaggio ancora più preciso proprio al nostro Paese: gli esperti di Bruxelles sottolineano infatti che nella Finanziari mancano "convincenti misure volte a contenere la crescita della spesa pubblica". Ed è anche per questo che il deficit 2008 è previsto al 2,3% rispetto al 2,2% stimato dal governo italiano. Preoccupa in particolare il fatto che "alcune spese potrebbero slittare dal 2007 al 2008".
"Il governo italiano conferma un rapporto deficit-Pil al 2,2% nel 2008". Ma "la bozza della Finanziaria" scrivono gli uffici del commissario Joaquin Almunia "prevede una riorganizzazione della spesa pubblica, oltre a spese correnti addizionali e ad alcuni tagli di tasse". In particolare, "il finanziamento degli aumenti salariali nel settore pubblico per il periodo 2006-2007 assorbe quasi tre quarti della spesa addizionale", mentre i tagli fiscali riguardano soprattutto la deducibilità per gli affitti e l'imposta comunale sugli immobili (Ici). Nella Finanziaria, inoltre, ricorda la Commissione, sono previste riduzioni dell'Ires e dell'Irap. Anche se, si sottolinea ancora, "un allargamento della base imponibile dovrebbe portare a un impatto complessivo positivo sul bilancio".
In questo quadro, spiegano a Bruxelles, "le proiezioni di base sulla spesa primaria restano leggermente più caute, in assenza di misure convincenti volte a contenere la crescita della spesa e tenendo conto che alcune spese potrebbero slittare dal 2007 al 2008". Inoltre, l'avanzo primario dovrebbe rimanere sostanzialmente invariato e "la spesa per interessi è stimata in crescita di un altro 0,1%".
FRENA LA CRESCITA IN TUTTA EUROLANDIA
Nel 2008 la crescita economica in Eurolandia sarà del 2,2%, cioè di 0,3 punti percentuali in meno rispetto a quanto previsto sei mesi fa; nel 2009 la crescita si dovrebbe poi attestare sul 2,1% contro il 2,4 stimato in precedenza. Per quest'anno Bruxelles conferma invece un incremento del Pil di eurolandia del 2,6%. Il rallentamento della crescita, spiega la Commissione, è il risultato delle turbolenze che hanno investito i mercati finanziari internazionali.
PIL ITALIA PENALIZZATO DALLA CRISI FINANZIARIA
Le nuove stime per il 2007 e il 2008 indicano che gli effetti della crisi sui mercati finanziari saranno anche in Italia scaricati sul 2008, quando il Pil aumenterà in misura inferiore al potenziale (che è all'1,6%) mentre nel 2007 lo supererà. Quest'anno l'attività è sostenuta dall'andamento favorevole dell'occupazione e dagli incentivi fiscali visto che i consumi privati sono il principale motore della crescita.
Il problema riguarda le esportazioni: anche se in valore sono aumentate in misura rilevante l'Italia "continua ad accumulare perdite di quote di mercato significative in termini di volume".
Quest'anno a causa della debole dinamica delle importazioni in particolare di beni energetici le esportazioni nette daranno un contributo positivo al pil anche se nei servizi, turismo incluso, spingono nella direzione opposta.
L'anno prossimo aumenteranno le importazioni grazie al cambio forte e l'Italia "continuerà a perdere quote di mercato misurate in volume". E così nel 2009.
Nel 2008 la stima comunitaria del Pil (1,4%) è inferiore di tre punti decimali rispetto alle stime di primavera: i consumi privati restano il principale motore con una decelerazione a causa del maggiore risparmio; la spesa per investimenti si indebolirà (calo delle costruzioni). L'accelerazione nel 2009 viene giudicata "leggera".
Proseguirà il calo del tasso di disoccupazione: dal 6,8% del 2006 al 5,9% nel 2007, al 5,7% nel 2008 e al 5,5% nel 2009 mentre decelererà la crescita dell'occupazione. Confermato il calo della crescita della produttività nel 2008 e leggero recupero nel 2009; l'aumento delle retribuzioni per addetto aumenterà in misura "moderata" quest'anno (2,4%) ma accelererà nel 2008 (3,7%) per la scadenza dei contratti nei settori pubblico e privati. Di conseguenza si rafforzerà la crescita dei costi unitari del lavoro dall'1,2% nel 2007 al 3,1% nel 2008.
IL DEBITO SCENDE PIU' DEL PREVISTO
Notizie positive invece sul fronte del debito pubblico italiano, che scenderà al 104,3% nel 2007 e al 102,9% nel 2008. Le nuove previsioni sono dunque migliori, almeno in questo senso, sia delle precedenti stime di Bruxelles (105% e 103,1%) sia di quelle del governo italiano contenute nella Finanziaria (105% e 103,5%). "Il debito pubblico italiano" spiega ancora la Commissione Ue "è previsto leggermente in calo anche nel 2009, al 101,2%".
LE PREOCCUPAZIONI DI ALMUNIA
La crescita al rallentatore dell'Italia e la questione del debito pubblico preoccupano il commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia. "Purtroppo" ha detto "la crescita dell'Itali nel 2008 sarà la più bassa della zona euro. E si tratta di problemi strutturali". Quanto al debito, ha sottlineato che l'Italia è l'unico Paese dell'Unione costretto a utilizzare il 5% del Pil per i tassi d'interesse sul debito.
sabato 10 novembre 2007
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