sabato 29 settembre 2007

Italiani a secco di Liquidità - I problemi iniziano a manifestarsi

Tempo fa un esimio commercialista, forse uno dei luminari dell'Italia fiscale, mi disse che il problema dell'economia italiana non era ancora sentito e manifestato dalla fascia che crea la stabilità del paese.
Secondo lui, l'ormai impossibile pressione fiscale italiana abbinata alla mancanza di un economia stabile si sarebbe manifestata nell'autunno 2007 in maniera eclatante.
Proprio ieri mi arriva una pubblicità su offerte immobiliari dell'ultima ora, che recita:

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Il resto lo pagherai in modo dilazionato

Direi che i commenti sono superflui....

domenica 23 settembre 2007

Manovra necessita di manovra

Benchè sia corretto combattere l'evasione, crediamo sia utile proporre alternative agli italiani e non pensare a strangolarli senza offrirne.
Le misure severe vanno applicate a chi evade, se evadere è un errore del cittadino.
Oggi l'Italia è il paese più tassato in Europa, quindi senza una defiscalizzazione il cittadino proverà sempre a "far da se".
Il proibizionismo americano avrebbe dovuto insegnare qualcosa, invece ...

Non potendo aumentare le Tasse, iniziano gli strangolamenti

Tra il primo gennaio e il 31 agosto il Fisco ha incassato da 345 evasori cartella esattoriali con importi superiori a 500mila euro. Tra di loro anche dodici "paperoni", che hanno ricevuto contestazioni milionarie e hanno saldato multe superiori a 5 milioni di euro. Tra le regioni è la Lombardia quella con il maggior numero di maxi evasori incastrati e che hanno versato importi superiori al mezzo milione di euro.

La classifica regionale degli evasori che hanno pagato cifre equivalenti al vecchio miliardo di lire sono stati 103. In seconda posizione figura il Lazio, con 50 evasori, seguita dalla Campania (42) che supera Emilia Romagna (34), Toscana (27) e Piemonte (18).

In cinque regioni italiane - Alto Adige, Basilicata, Marche, Molise e Valle d' Aosta - nessun contribuente ha pagato una somma superiore ai 500 mila euro.

Le nuove norme sulla riscossione consentono di raggiungere un importante obiettivo. Le cartelle inviate ai ''paperoni'' della svista fiscale hanno ovviamente dato buoni frutti. Dal primo gennaio al 31 agosto sono stati incassati 479,6 milioni di euro. I pagamenti di questi 345 contribuenti ad alto reddito valgono da soli il 10% della riscossione di tutte le altre cartelle esattoriali spedite dal fisco e dall'Inps.

Ad incassare di più è l'Agenzia delle Entrate (314 milioni), seguita dall'Inps (99,2 milioni), dall'Inail (5 milioni) e dalle dogane (4,2 milioni). Solo nella metà dei casi, però, la cartella esattoriale è pronta cassa, cioé il contribuente paga entro i primi 60 giorni, magari dopo aver avviato un confronto con l'Agenzia che ha staccato la cartella.

In questo modo sono stati incassati 241,1 milioni rispetto ai 479,6 milioni totali. Il 39,4% degli incassi (in pratica 189.2 milioni) arriva invece solo dopo l'avvio di procedure per la riscossione coatta, che variano dalle ''ganasce fiscali'' (per il fermo amministrativo del veicolo) al pignoramento dei beni. Una quota del 10,29% (49,4 milioni) è infine incassata con versamenti rateali.

dal TGFin

lunedì 17 settembre 2007

Le Tasse degli Italiani ? Di sicuro non scendono !

Il Premier Prodi a Porta a Porta parla della prossima manovra fiscale del Governo, indicando che non vi saranno niente sconti per gli italiani se non la promessa che "non li soffocheremo". E' intenzione del governo, in un futuro, di ridurre la pressione, ma per ora l'Irpef non cala assolutamente.
Quindi nessun sogno.
L'Italia rimane e rimarrà uno dei paesi con più pressione fiscale in Europa.

domenica 16 settembre 2007

Italiani via dall'Italia. Adesso comandano gli Immigrati

Forse questo è il progetto del Ministro Ferrero. Riportiamo quanto leggiamo sul TGCom:
"E' ora che gli immigrati facciano sentire la loro voce e diano vita ad una manifestazione per spiegare le loro ragioni". Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, lo ha auspicato perché, ha sottolineato "è giusto che siano incazz...come delle bestie". Oltre a questo il ministro ha invitato a "denunciare alla magistratura chi, come ambasciate o consolati mette dei vincoli al rinnovo dei permessi di soggiorno". "In realta' il problema dei permessi di soggiorno -ha spiegato- e' di competenza del ministero degli Interni e non mia ma la situazione e' cosi' assurda perche' da una parte c'e' la destra che pianta casino e dall'altra l'Unione che ha paura di essere sconfitta. A volte mi vergogno di far parte di questo governo -ha sottolineato Ferrero- ma anche se me ne andassi la situazione non sarebbe di facile soluzione ed e' per questo che rimango e continuera' la mia battaglia all'interno. Ci sara' chi parlera' di un conflitto ma non vedo altra strada che questa". "Non posso che chiedere scusa a tutta questa gente -ha proseguito Ferrero rivolgendosi ai rappresentanti degli immigrati in sala- senza paura della campagna che la destra fara' e sapendo bene che a volte non siamo la maggioranza".
Non vogliamo dare una risposta al Ministro, in quanto non ci sentiamo di volerla dare. Piuttosto alcune domande su cui riflettere:
- Ma un Ministro non rappresenta gli Italiani ?
- Può un ministro eletto dal popolo istigare gli immigrati contro il suo stesso popolo ?
- Posto che ogni essere umano ha dei diritti inviolabili, un Italiano può andare in Marocco e urlare contro Chiesa e Sistema ?

sabato 15 settembre 2007

Creare una azienda all'estero in Gran Bretagna o in un paradiso fiscale conviene? Cosa fa il Fisco italiano oggi?

Londra è una città affascinante. Non sarà un posto esotico come Bahamas, o soleggiato come Monaco, ma è comoda da raggiungere e offre tutto quello che si può desiderare, in termini di vita sociale e divertimenti. Forse è per questo che è diventata la meta privilegiata dei magnati russi, e non solo. Ma, forse, è anche perché nel Regno Unito si possono pagare poche tasse.

Le cronache di stampa hanno dato notevole risalto al contenzioso tra il Fisco italiano e Valentino Rossi. La vicenda è così diventata, come sempre più spesso accade nei mass media, argomento da gossip, mentre invece dovrebbe indurre a riflettere sulle nuove modalità di pianificazione fiscale all’interno dell’Unione Europea. In sostanza, perché proprio il Regno Unito?

Conviene ancora emigrare in un paradiso fiscale?

Nel sistema fiscale italiano, l’imposta sui redditi delle persone fisiche è applicata in modo distinto a seconda che il contribuente sia o meno residente: nel primo caso è tassato sui redditi ovunque prodotti (cosiddetto world wide taxation principle), mentre nel secondo solo su quelli realizzati nel territorio dello Stato.
Per sfuggire all’imposizione in Italia, una forma tradizionale quanto rudimentale di pianificazione è rappresentata dallo spostamento della residenza in un paese "a bassa fiscalità". In questo modo, diventano tassabili nel paese originario di residenza (l’Italia) solo i redditi ivi prodotti (1), mentre sfuggono quelli (tutti gli altri) realizzati al di fuori. A questi ultimi, sarà applicabile solo la bassa (oppure nulla) imposizione vigente nel paradiso fiscale di nuova residenza.

Un tale espediente risulta però oggi di difficile attuazione per effetto della disciplina, introdotta all’articolo 2, comma 2-bis del Tuir, che, invertito l’onere della prova circa la residenza di un soggetto, ha stabilito che spetta al soggetto trasferito provare che effettivamente il centro dei propri affetti e dei propri affari (nozione sostanziale di residenza) non è più localizzato in Italia bensì nel paradiso fiscale. In difetto di tale prova, difficile da fornire nei trasferimenti fittizi, l’amministrazione finanziaria può continuare a considerare i soggetti residenti e tassarli di conseguenza. Sennonché, questa particolare presunzione opera solo nei casi di trasferimento della residenza verso taluni paesi, caratterizzati da imposizione sui redditi con aliquote particolarmente basse o nulle, espressamente individuati con un decreto ministeriale.

Tra questi, non è annoverato il Regno Unito.

Quanto detto, non risponde però ancora alla domanda: perché proprio Londra? A prima vista, peraltro, il sistema fiscale britannico non sembra così vantaggioso, se si considera che l’aliquota marginale dell’imposta sui redditi è del 40 per cento: non proprio un’aliquota di favore. Il discorso tuttavia cambia se dall’aliquota si passa a considerare i redditi tassabili, perché la particolarità (o, meglio, la convenienza) del regime britannico sta proprio nella loro individuazione.

Fondamentale è la distinzione tra residenti e residenti non domiciliati. Se, per regola generale, i residenti sono soggetti a imposta sui redditi ovunque prodotti, i residenti non domiciliati sono tassati sui soli redditi realizzati nel Regno Unito nonché su quelli prodotti altrove e rimpatriati. Nel caso di residenti non domiciliati, pertanto, i redditi prodotti all’estero e non fatti rifluire nel Regno Unito restano sottratti a tassazione.

Per un’integrale soggezione all’imposta sui redditi britannica, insomma, non basta essere residenti nel paese; occorre esservi anche domiciliati. E – semplificando il discorso - se la residenza è relativamente facile da acquisire (ad esempio, con la permanenza per almeno 183 giorni; o con un periodo di permanenza medio di 91 giorni su quattro anni; o con l’acquisto di un’abitazione), anche evitare di prendere il domicilio non risulta poi così complesso: per essere domiciliati nel Regno Unito occorre manifestare (anche su appositi moduli) l’intenzione (animus manendi) di restare nel paese indefinitamente. Diversamente, non si è considerati domiciliati, senza che ciò comprometta la questione della residenza.

Appare insomma relativamente semplice acquisire lo status di residente non domiciliato. La convenienza di tale status, tuttavia, si apprezza in particolare per coloro che realizzano ingenti redditi all’estero e che possono evitare di farli confluire nel Regno Unito. E così, discriminando i residenti domiciliati (in primis i cittadini britannici) da quelli non domiciliati, ecco realizzate le condizioni per un regime estremamente appetibile per immigrati facoltosi: un regime, a ben vedere, da vero e proprio paradiso fiscale.

Ma il Fisco sta a guardare?

La quadratura del cerchio, per colui che intende spostare la propria residenza per ragioni fiscali, sembra realizzata: una sostanziale detassazione dei redditi prodotti, senza che si renda applicabile alcuna disposizione antielusiva. Il gioco non è però così semplice.

Il fatto che il Regno Unito non rientri tra i paesi cui è applicabile l’articolo 2 comma 2-bis del Tuir, non significa che il Fisco (italiano) sia privo di strumenti di controllo. Se l’amministrazione finanziaria prova che di fatto, e per almeno 183 giorni nell’anno, il centro principale degli affari e interessi oppure dei rapporti morali, sociali e familiari è situato in Italia, il soggetto può essere considerato fiscalmente residente in Italia, nonostante lo status di residente, non domiciliato, britannico. Il trasferimento di residenza, se fittizio, resta insomma contrastabile. Rimane però il fatto che l’onere della prova incombe qui sul Fisco e ciò, indubbiamente, rende più difficoltoso avversare trasferimenti meramente fittizi di residenza.

Ed è per questo, forse, che le nebbie di Londra appaiono preferibili al sole dei Caraibi. Il modo migliore per nascondere qualcosa è lasciarlo in bella mostra sul tavolo; ma se c’è anche la nebbia, è meglio: la nebbia confonde le forme, perché nella nebbia "nessun essere conosce l’altro". Almeno fino al momento in cui l’efficiente funzionario fiscale, riesce, nella nebbia, a penetrare.

tratto da Business On Line

Esistono davvero poche società che oggi possano realmente aiutare gli imprenditori ad internazionalizzarsi sul mercato inglese.
Una di queste è la New Italian Services Ltd che opera nella capitale britannica assistita dai migliori legali italiani ed inglesi.
Questi i suoi siti www.aprireunaltd.com - www.newitalianservices.com - www.societafiduciaria.eu

Italia sempre più giù

Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa ha reso noto che una revisione al ribasso delle stime di crescita per l'Italia è "probabile per l'anno prossimo e per gli anni a venire". A margine dell'Ecofin, il ministro ha spiegato che "da luglio ad oggi si profila una quadro meno positivo per il futuro pure in un contesto di andamento buono". Padoa-Schioppa ha annunciato il varo della Finanziaria il 28 settembre.

Revisione al ribasso della crescita del prossimo anno, quindi, pur in una situazione buona sia per l'economia mondiale sia per quella europea, e quindi anche quella italiana, sostiene il ministro.

Riferendosi poi all'andamento dei mercati internazionali dovuto alla crisi dei mutui Usa, il titolare dell'Economia ha illustrato che "cio' produrrà una revisione al ribasso, non immediata, ma probabilmente per l'anno prossimo e gli anni a venire". Padoa-Schioppa ha preferito poi non esprimersi sui riflessi in particolare per la legge finanziaria di una previsione di minor crescita e sulla possibilità di una conseguente manovra correttiva.
dal TGFin

venerdì 14 settembre 2007

Politici Italiani come Sceicchi, solo che i soldi non sono loro ...

La polemica sugli sprechi non si smorza. A pochi giorni dal V-day di Beppe Grillo, il settimanale Espresso pubblica un reportage con il quale accusa Clemente Mastella e Francesco Rutelli di aver usato l'aereo di Stato per farsi "una gita domenicale". Il Guardasigilli è ritratto mentre utilizza il più lussuoso aereo presidenziale per recarsi col figlio da Salerno a Monza. Replica di Mastella: "Viaggio ufficiale, dovevo partecipare alla premiazione".

Nel servizio che compare sul numero in edicola da venerdì, vengono mosse pesanti accuse nei confronti del ministro della Giustizia reo di ave utilizzato "non un jet qualunque ma l'Air Force One italiano: uno dei lussuosi Airbus presidenziali, praticamente una suite con 40 poltrone e ogni genere di comfort".

"Un velivolo di alta rappresentanza -scrive ancora l'Espresso -, roba da far invidia a sceicchi e magnati: la Rolls Royce con le ali costa oltre 55 milioni di euro. Poi dalla zona militare di Linate, in teoria una fortezza inaccessibile, il ministro è passato all'area Vip dello scalo milanese, quella dove sono di casa i Falcon di Berlusconi e di Tronchetti Provera, quella riservata a chi i privilegi li paga di tasca sua. Lì Mastella si è accomodato su un meraviglioso elicottero privato, un potente Agusta 109 con salottino interno, diretto verso l'autodromo. Nessuno sa chi ha saldato il conto per questa navetta, prenotata per uso esclusivo del leader Udeur".

A bordo del jet dell'Aeronautica militare ci sarebbero stati anche il giovane figlio "Elio, un portaborse e due uomini di scorta". "Il vizietto del volo blu - mette in risalto il settimanale - non è prerogativa del Guardasigilli. L'Airbus presidenziale ha trasportato anche la comitiva di Francesco Rutelli, ospite d'onore al Gran Premio. I due uomini di governo avrebbero chiesto due differenti voli di Stato, da Salerno a Milano con ritorno a Roma negli stessi orari. Al che l'Aeronautica avrebbe deciso di unificare i viaggiatori su un unico jet, per non creare uno spreco nello spreco".

Le foto de 'L'espresso' "documentano che al seguito di Rutelli c'erano almeno tre uomini tra portavoce e portaborse, più un paio di agenti di scorta. Ma le immagini mostrano un via vai impressionante di insoliti passeggeri". Il costo del viaggio? secondo il settimanale circa 20 mila euro tra spese di carburante (7mila litri) e stipendi domenicali del personale.
Dal TGcom
Un solo commento da parte di Financial ITA: Povera Italia.
Come potrà mai il nostro paese salvarsi da abitudini come queste ?
Grazie a tutto ciò è crollato l'Impero Romano. Il vizio è rimasto da allora....

Nuovo rapporto OCSE

In relazione al nuovo rapporto OCSE del 05/09 sulle prospettive di crescita economica 2007 dei paesi del G7, in relazione ai dati sino ad oggi monitorati, si è giunti alla seguente classifica:
1. United Kingdom +3.1%
2. Canada +2.7%
3. Germany +2.6%
4. Japan +2.4%
5. United States +1.9 %
6. France +1.8%
7. Italy +1.8%
Il Regno Unito cresce di quasi il doppio rispetto all'Italia

mercoledì 5 settembre 2007

Ricucci è stufo dell'Italia

«Passo la mano, vendo tutti gli immobili. E per un bel po' di tempo, chiudo con l'Italia. Qui il successo è un reato. Me ne vado a Londra». A due anni dall'estate dei «furbetti del quartierino »,l'immobiliarista Stefano Ricucci, intervistato dal Sole-24 Ore, rinuncia a ogni velleità imprenditoriale in Italia. A breve, l'advisor Mediobanca dovrebbe chiudere la cessione degli immobili a fondi esteri. Ricucci spera di salvare fino a 400 milioni. «Ho fatto molti sbagli, ma non sono il mostro che avete descritto. Non ho truffato nessun risparmiatore».
da il Sole 24 Ore