L'Agenzia delle Entrate ha reso disponibili sul Web, per poche ore prima del blocco da parte del Garante, i redditi dell’anno 2005 dichiarati da tutti i cittadini italiani . Non solo il sito dell’Agenzia ha dato la possibilita’ di un libero consulto ma anche quella di salvarli in copia con funzioni di trasferimento file secondo il seguente percorso: www.agenziaentrate.gov.it --> Uffici à Elenco uffici --> Elenchi nominativi dei contribuenti --> Consultazioni elenchi dichiarazioni --> Provincia di interesse --> Comune di interesse.
Come citato dal “Corriere”, il provvedimento porta la firma di Massimo Romano, direttore dell'Agenzia delle Entrate, che già nel '99 aveva emanato un provvedimento analogo per attuare la norma di «trasparenza», cioe’ la possibilita’ di piena circolazione delle informazioni nell’interesse pubblico. Scopo di tale atto doveva essere la lotta all’evasione delle tasse e ad i crimini finanziari.
Nonostante la validita’ con la pubblicazione in linea, norma introdotta con il codice dell'amministrazione digitale varato nel 2005 che dispone di assicurare la fruibilità dell'informazione in modalità digitale utilizzando, con le modalità più appropriate, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, si sono verificati evidenti e rilevanti problemi di conformità con il quadro normativo in materia di privacy, dovuto proprio all’omissione delle “modalita’ appropriate”.
Da qui il blocco partito dal Garante alla privacy, piu’ che lecito, basato sul comma 6 dell’artico 60 del Dpr 600/1973, dove si prevede che gli elenchi siano depositati per un anno ai fini della consultaizone di chiunque, sia presso lo stesso ufficio delle imposte, sia presso i Comuni interessati, non quindi su internet con consultazione “illimitata” o comunque senza “modalita’ appropriate”.
... PAURE PER GLI ITALIANI
“Facile come rubare le caramelle ad un bambino”, la possibilita’ di accedere non solo ai citati registri e ad i propri dati personali, ma l’opportunita’ di trovarli attraverso un sistema di condivisione file e siti peer-to-peer, ha mandato in tilt i cittadini Italiani, malgrado lo stop del Garante.
Questo atto e’ stato definito, dalle associazione ai consumatori, come“molestia fiscale”: violazione della legge sulla privacy “196/2003” e, con la pubblicazione di dati sensibili sui redditi, aumento degli scopi criminali. Sempre secondo le associazioni dei consumatori, per le preoccupazioni sopra indicate, i cittadini potrebbero richiedere un risarcimento danni fino a 1000 € per la pubblicazione dei propri dati fiscali, infatti spiega il presidente Carlo Pileri «Nella modulistica di dichiarazione dei redditi non risulta prevista né un'informativa riguardo la pubblicazione di tali dati né una clausola specifica di autorizzazione alla pubblicazione che costituisce ulteriore violazione della legge stessa». Controcorrente e’ invece l’associazione Sos Utenti, che chiede di ripubblicare gli elenchi dei contribuenti proprio in seguito alla possibilita’ della più totale trasparenza.
LA PRIVACY ALL’ESTERO (fonte “Corriere della Sera”)
In Gran Bretagna le dichiarazioni sono coperte dal diritto alla privacy. Nessuno può quindi, tanto meno via internet, accedere a file privati senza avere una liberatoria. Sono ovviamente esclusi i commercialisti, che lavorano in delega ai propri assistiti, e gli agenti del fisco. L'unico caso in cui i dati fiscali di singoli cittadini possono divenire di dominio pubblico è quando vengono dischiusi, sotto richiesta di un giudice, in un processo che avviene a porte aperte. Gli impiegati della HM Revenue & Customs, l'agenzia delle entrate britannica, non possono in alcun caso dare accesso a membri del pubblico, compresi i giornalisti, pena la perdita del posto di lavoro.