venerdì 17 agosto 2007

Il “Bel Paese” che non decolla

In un recentissimo sondaggio europeo sull’andamento della fiducia presso consumatori ed imprenditori, l’Italia, purtroppo, risulta in calo; mentre la media europea rimane su valori più alti degli ultimi sei anni.

Ci troviamo di fronte ad una sorte di “piccola crisi all’italiana”, dove il nostro paese non riesce a correre come gli altri.

L’origine di questi fatti va ricercata sia in ambito economico sia in ambito politico.

Il nuovo Governo ha dovuto far fronte ad una situazione finanziaria pubblica disastrosa, varando così una politica fiscale molto restrittiva nei confronti della popolazione stessa; il che non ha sicuramente giovato ad una crescita “gioiosa”, di una nuova economia.

Questo è un momento importante per il sistema economico mondiale, la crescita registrata risulta essere superiore al 4% l’anno.

E’ il momento giusto per premere sull’acceleratore e avanzare più spediti. Ma cosa sta frenando questa corsa dell’Italia?

Si cresce appena quel tanto che basta per rimanere un minimo in attività, cercando di non perdere quel gancio con il resto d’Europa che corre sul serio.

Gli errori del passato occupano il primo posto in questa triste classifica; primo fra tutti una finanza pubblica dissestata; al secondo posto la questione politica così complessa, poco organizzata e dedita soprattutto a ruberie di ogni genere.

Mi trovo di fronte ad una maggioranza statica, non interessata a scelte che diano serie prospettive per un futuro a medio e lungo termine sulla crescita dell’Italia.

Il classico pensiero italiano quello di coltivare il piccolo orticello di casa nostra raccogliendo domani qualche piccolo frutto… e dopodomani e nei giorni a venire di cosa ci si sfamerà se non si sono create le condizioni giuste perché questo orto possa dare ancora frutti magari più grandi e belli?

Ho l’impressione che l’attuale economia italiana si comporti al pari di questo orticello, aspettando giorni migliori.

Questo zaino di situazioni difficili, di vista corta e mancanza di ambizioni che ormai da troppi anni l’Italia si porta appresso non l’aiuterà in un futuro confronto con i nostri vicini europei e con il resto del mondo.

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