sabato 18 agosto 2007

L'Inghilterra si avvicina al Gambling

Gordon Brown, presenterà un piano per incoraggiare le società di gambling online a stabilirsi e ottenere licenza in Gran Bretagna.
Il programma potrebbe diventare operativo già dal prossimo settembre.
Ovviamente si punta alle entrate fiscali che compagnie come PartyPoker, 888, e Ladbrokes (che al momento hanno sede legale a Gibilterra) potrebbero generare.
Le compagnie offshore tuttavia hanno già fatto sapere che non si stabiliranno mai in Inghilterra se il regime fiscale loro applicato sarà lo stesso dei casinò "fisici" (questi sono tenuti a versare fino al 40% del totale delle vincite).
Ma il progetto di Brown è quello di far pagare alle compagnie che chiederanno la licenza inglese un'aliquota tra il 2 e il 3%, inoltre la licenza permetterà loro di avare una riduzione dell'IVA. Notizia questa che è stata accolta con un pacato entusiasmo da John O'Reilly, managing director di Ladbrokes, "Se il tasso sarà quello" ha detto, "Ladbrokes non esiterà a chiedere la licenza in Inghilterra".
Solo questa compagnia porterebbe nelle casse del Regno Unito 2-3 milioni di sterline all'anno. Un commento simile l'ha rilasciato anche Andrew McIver, amministratore delegato di Sportingbet (compagnia con sede legale ad Antigua): la società si potrebbe stabilire in Inghilterra solo se beneficiasse di imposte con "tassi nominali".
Ma la buona intenzione delle istituzioni britanniche è testimoniata anche da quanto ha detto Clive Hawkswood, presidente della Remote-Gambling Authority: "Sono compagnie cresciute in paesi dove l'imposizione fiscale è nulla e che lavorano con margini di profitto veramente esigui. Caricarle di un'aliquota del 15% vorrebbe dire distruggerne la metà nell'arco di una notte".

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